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Identità e Storia

Storia dell'edificio

Dalle origini alla famiglie nobili
La famiglia senese Spanocchi scelse come luogo dove edificare la propria dimora di campagna lo spazio occupato dall'attuale Villa delle Rose, sulla piccola altura di Monte Franco, alle pendici del colle della Guardia.
Nella seconda metà del '700 infatti la cascina viene soppianta dalla nuova costruzione e arricchita dall'elegante loggiato che la contraddistingue, indicata nei catasti settecenteschi come residenza di villeggiatura della famiglia Cella - da cui il nome "Casino Cella".
Successivamente la scaliata a più rampe che fende il parco, partendo dalla via Saragozza fino all'accesso della villa, dà l'origine al nome di Villa la Scala.
Nel 1800 la villa diventa proprietà di varie famiglie: dai Pepoli fino agli Armandi Avogli.
Nel 1907 un primo restauro della villa, e del suggestivo parco di lecci cipressi e platani, è affidato all'architetto Dante Trebbi.

La donazione come bene pubblico
Nel 1916 la Contessa Nerina Armandi Avogli dona l'immobile al Comune di Bologna affinché divenisse “una galleria d'arte moderna”.
La villa venne aperta al pubblico solo nel 1925 con una collezione riordinata e riesposta nel 1936.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale la ville viene utilizzata come ospedale e successivamente come sede di comando delle truppe tedesche, prima, e alleate, poi.

Dal 1989, a seguito di un'ampia ristrutturazione, la Villa è riaperta come dépendance espositiva della Galleria d'Arte Moderna.

Per abbondanza dei fiori la villa prese il nome di Villa delle Rose. Nel suo giardino fino agli anni '90 si potevano ammirare varie sculture del primo Novecento tra cui quelle di Romagnoli, Baruzzi, Montaguti, Legnani, Drei e Boni.