Italiano - English
HOME > Mostre > Archivio mostre > 2010 > Gilberto Zorio

Gilberto Zorio

MAMbo
15 ottobre 2009 - 7 febbraio 2010

Introduzione

I lavori presentati esplorano i diversi temi che caratterizzano da sempre il lavoro di Gilberto Zorio e coprono in maniera esaustiva un arco temporale che va dal 1966 al 2009. Oltrepassando i confini della retrospettiva, le opere scelte fungono da catalizzatori di riflessioni e discorsi sulla loro stessa prassi, superano la mera ricostruzione cronologica e, per esplicito volere dell'artista, si pongono in rapporto dialettico le une con le altre.

Perno centrale del percorso espositivo è Torre Stella Bologna, realizzata appositamente per la mostra: un imponente intervento architettonico a torre con pianta stellare a cinque punte che, simile a una fortezza, svetta nella Sala delle Ciminiere.

L'opera, che riprende una delle simbologie ricorrenti nella ricerca di Zorio, mantiene una dimensione di mistero: la forma a stella, “proiezione del cosmo nella nostra considerazione delle cose” non è immediatamente percepibile, ma si può scoprire seguendone il perimetro.

Lo spazio ne subisce il forte impatto e ne viene modellato, con le punte della stella che tagliano l'area espositiva e irradiano energia nelle diverse zone del museo, sconfinando anche all'esterno delle sale.

Il percorso espositivo evidenzia la fascinazione di Zorio verso i processi fisici, chimici e alchemici, rintracciabile fin dalle prime opere realizzate a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e verso tutte quelle modificazioni, aggregazioni, tensioni e contrasti della materia, che dischiudono possibilità sempre nuove. I lavori presentati esplorano i diversi temi che caratterizzano da sempre il lavoro dell'artista e coprono in maniera esaustiva un arco temporale che va dal 1966 al 2009.

Tra i numerosi lavori di grandi dimensioni esposti, ritornano gli elementi costanti del linguaggio artistico di Zorio - la canoa, il giavellotto, il crogiuolo – che nelle intenzioni dell'autore assumono il valore di forme archetipiche che l'essere umano sceglie quali unità di misura dell'incommensurabile.