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ARCHIVIO APERTO 2018 Quasi un 68 / Almost 68
Dalla metà degli anni Sessanta in Italia, un numero crescente di artisti si avvicina al cinema mosso dall'esigenza di "uscire dal quadro" e di utilizzare un mezzo dal più alto potenziale comunicativo alle arti tradizionali. Contemporaneamente nel mondo amatoriale filmmaker molto giovani sperimentano in modo sempre più radicale nel segno di un'orgogliosa indipendenza dall'industria del cinema.
Con la rassegna Quasi un 68 / Almost 68 - Experimental and Art Film, nell'ambito di Archivio Aperto 2018, l'associazione Home Movies porta a scoprire e ri-scoprire la produzione di artisti e filmmaker tra i più significativi dell'epoca d'oro del Super8 attivi in un decennio di rotture e rivolgimenti culminati proprio nel Sessantotto del quale si celebra il cinquantennale.
Programma delle proiezioni:
ore 16.00 | Interviene Bitta Leonetti (Fondazione Arnaldo Pomodoro)
Shaping Negation // Arnaldo Pomodoro, Francesco Leonetti, Ugo Mulas
Un film autoironico sulle sculture di Arnaldo Pomodoro e sull’arte come “merce”. Girato con Francesco Leonetti e Ugo Mulas, la pellicola era inizialmente destinata alle gallerie statunitensi, ma a differenza di molte pratiche di registrazione delle immagini artistiche dell’epoca il film non documenta (e nemmeno finge di mostrare) il lavoro manuale dell’artista, ma tenta di astrarne criticamente il significato. Ogni riferimento al periodo presente nel film non è quindi contenutistico, ma simbolico. Non si vedono studenti in piazza, né l'iconografia politica…. ma le colonne trionfalistiche “del potere” vengono infine “spaccate” in due sculture e l'asta di misurazione (rossa) viene infine imbracciata dall’artista come fucile. In collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro.
ore 17.00 | Con la partecipazione di Fernando De Filippi
La rivoluzione privata (rewind) // Fernando De Filippi
Il complesso rapporto con l'ideologia è il tema dominante dell'arte di Fernando De Filippi per tutti gli anni '70 e, di riflesso, della sua coeva produzione filmica. L'immagine di Lenin da icona pop protagonista dei suoi dipinti diventa icona privata, quando l’artista se ne appropria, letteralmente sostituendosi ad essa. Il processo di ‘sostituzione’ immortalato nell'omonimo film è parte di un rituale irreversibile, compiuto nel tentativo di azzerare la propria identità nel nome di un'ideale, un tema che ritorna in Introspezione, azione simbolico-concettuale incentrata sull'impossibilità dell'artista di auto-identificarsi se non in chiave introspettiva. A completare questa critica ai miti della comunicazione e della visibilità intesi come forme di conoscenza il trittico composto da Rosso, Slogan I e Slogan II, quest'ultimo girato nel 1977 all'esterno della Galleria d'Arte Moderna di Bologna.
L'ingresso alle proiezioni è gratuito.